Arianna Milia – Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica

Arianna Milia | tel: +39 3917734474

Il trapianto di capelli è una tecnica chirurgica basata sul trasferimento di piccoli frammenti di pelle e dei relativi bulbi piliferi da zone del capo più folte ad altre più diradate. Si tratta quindi di follicoli vivi prelevati dallo stesso paziente; non si possono invece utilizzare i bulbi di un donatore, né tantomeno innestarne di sintetici.

Fortunatamente, nella maggior parte delle persone colpite da alopecia rimane una “corona” di capelli nella regione occipitale e temporale, disponibile per il trapianto in quanto resistente alla caduta anche in età avanzata.

Il trapianto di capelli rappresenta tutt’oggi una delle poche soluzioni disponibili in presenza di atrofia diffusa dei bulbi piliferi. Farmaci come finasteride e minoxidil, insieme a Trattamenti con Pappa Piastrinica, Carbossiterapia e nutrita schiera di cosmetici, integratori vari, possono infatti produrre un certo miglioramento solo in presenza di follicoli più o meno sofferenti ma pur sempre vitali. Poiché i bulbi trapiantati conservano il ciclo vitale tipico della regione di prelievo (che ricordiamo essere geneticamente resistente all’alopecia) il trapianto di capelli può essere considerato un trattamento definitivo. L’intervento chirurgico si effettua in regime ambulatoriale, in anestesia locale e talvolta sotto sedazione. Non è doloroso e grazie alle recenti tecniche di micro-innesto i risultati sono spesso soddisfacenti e gli di effetti collaterali limitati.

Le moderne tecniche di trapianto di capelli affondano le loro radici nella metà gli anni ’50 del secolo scorso. Vistose cicatrici e risultati palesemente innaturali (il cosiddetto effetto “a ciuffo” o “a bambola”) erano i principali limiti dei primi interventi. Da allora le tecniche chirurgiche hanno subìto un costante miglioramento, basato soprattutto sulla progressiva riduzione delle aree di prelievo. Si è così passati dall’impianto di vere e proprie isole agli attuali mini e micro impianti, costituiti da singoli follicoli o da unità di due o tre bulbi. L’intervento maggiormente in voga fino a pochi anni fa consisteva nel prelievo, dalla zona occipitale (nuca), di una striscia di cuoio capelluto immediatamente sezionata al microscopio e trasferita sottoforma di micro-innesti nella zona da infoltire. In questo modo il trapianto di capelli garantiva risultati estetici abbastanza naturali, ridimensionati dalle cicatrici nella sede di prelievo e dagli effetti indesiderati in quella di impianto (dolori e gonfiori post-operatori, perdita di sensibilità). Per superare i limiti di tale metodica sono state recentemente messe a punto nuove tecniche di trapianto basate sul prelievo e sull’innesto di singoli bulbi. Maggiore attenzione rispetto al passato viene posta anche nella direzione dell’impianto, che grazie al micro-innesto è orientata in modo da seguire il naturale verso di crescita e la disposizione dei capelli. Il risultato conseguito è estremamente naturale e non viene inficiato da pesanti problemi postoperatori o cicatrici permanenti. Per questo motivo, il trapianto di capelli eseguito da mani esperte rappresenta, una soluzione efficace, poco invasiva, discreta e più accessibile rispetto al passato. La durata e il costo di un trapianto di capelli dipendono dalle dimensioni dell’area da reinfoltire. Se tale area è mediamente estesa, l’intervento viene condotto in un’unica seduta di circa 4 ore. Alcune volte si preferisce ripetere l’intervento a distanza di un tempo variabile da qualche settimana a diversi mesi (a seconda della tecnica chirurgica adottata) per eventuali, ulteriori, infoltimenti. I risultati estetici possono essere pienamente apprezzati solo a distanza di alcuni mesi, dal momento che i capelli innestati sono molto corti (2 millimetri) e necessitano di tempo per crescere (1 centimetro al mese). Questo garantirà un cambiamento d’immagine molto graduale nel tempo.

La professionalità e l’esperienza di un chirurgo estetico qualificato permettono di personalizzare al massimo l’intervento, la cui efficacia sul piano estetico dipende anche da un’accurata visita preoperatoria. Precisione e meticolosità nell’esecuzione sono altrettanto importanti per ottenere un risultato finale esteticamente bello (più le isole prelevate sono piccole e maggiore è il rischio di danneggiare i follicoli). La grande attenzione dei media sul trapianto di capelli e tutte le informazioni positive che circolano a riguardo non devono farci dimenticare che si tratta comunque di un intervento chirurgico delicato, con tutti ii limiti del caso. Non occorre, quindi, crearsi aspettative eccessive o irrealistiche sul risultato finale.

I capelli innestati durante il trapianto andranno in contro ad una crescita regolare, del tutto analoga a quelli naturali; andranno quindi trattati al pari di questi ultimi, lavandoli, pettinandoli e facendoli crescere fino alla lunghezza preferita.

Le stesse tecniche utilizzate per il trapianto di capelli vengono sfruttate anche per correggere cicatrici in varie sedi corporee, antiestetiche zone glabre sul viso ed in tutte quelle situazioni ove sia presente un diradamento o una caduta delle sopracciglia.

Prp: È Efficace?

Il PRP ( Plasma Ricco di Piastrine ) rappresenta, un validissimo aiuto, forse l’unico non chirurgico, per arrestare la caduta dei capelli nei sempre più frequenti casi di calvizie

Già da qualche anno, il “gel piastrinico” viene utilizzato in vari rami della Medicina, in primis in odontoiatria, passando per l’ortopedia, la medicina dello sport e, non meno importante, la dermatologia. E’ stato proprio durante applicazioni dermatologiche che si è scoperto il potenziale del PRP nei trattamenti delle calvizie: dopo comuni trattamenti di ringiovanimento della pelle o di riparazione di lesioni cutanee, nelle zone circostanti a quelle trattate si notava un ispessimento e una maggiore densità delle strutture pilifere. Ecco, quindi, che il PRP, col suo potere biorivitalizzante, inizia ad essere adoperato anche nella chirurgia estetica e, in particolare, come già detto, nel trattamento delle calvizie, problema, sia maschile che femminile, che attanaglia una grande percentuale di persone.

La procedura mediante la quale si ottiene il PRP è molto semplice, come già descritto nei precedenti articoli: consiste in un semplice prelievo di sangue e conseguente centrifugazione dello stesso, in condizioni di assoluta sterilità e senza alcun effetto collaterale. Il plasma ricco di piastrine (con la centrifugazione si troverà nella parte superiore della provetta) viene successivamente iniettato nel cuoio capelluto senza provocare alcun danno.

Come Agiscono Queste Piastrine?

La procedura mediante la quale si ottiene il PRP è molto semplice: consiste in un semplice prelievo di sangue e conseguente centrifugazione dello stesso, in condizioni di assoluta sterilità e senza alcun effetto collaterale. Il plasma ricco di piastrine (con la centrifugazione si troverà nella parte superiore della provetta) viene successivamente iniettato nel cuoio capelluto senza provocare alcun danno.

le cellule staminali appartenenti alla zona soprabulbare del follicolo (zona del bulge) sono fisiologicamente “inattive”, cadono, cioè, in una fase “dormiente”, in attesa di un segnale di riattivazione. Tale segnale di riattivazione può essere apportato dal PRP: le piastrine, infatti, contengono un gran numero di fattori di crescita (tra cui PDGF e TGFβ), che vengono riconosciuti dai recettori sulla cellula staminale e sono capaci non solo di ricostruire i vasi sanguigni del tessuto (danneggiati in caso di ferite ad esempio), ma anche di stimolare, le stesse cellule staminali dormienti a riprodursi e riprendere il loro normale ciclo fisiologico, rigenerando così il follicolo e provocando la crescita del capello.

Ecco perché, quindi, l’apporto di piastrine nel cuoio capelluto provoca l’ispessimento dei capelli ancora presenti e tende ad arrestarne la caduta.

Gli studi Scientifici per Certificare l’efficacia del Prp?

Dal Brasile agli Stati Uniti d’America, alcuni specialisti del settore, pionieri nell’utilizzo del gel piastrinico, hanno sperimentato il suo potere biorivitalizzante su un gran numero di pazienti, effettuando una vera e propria validazione scientifica (considerando cioè sia gli aspetti biologici che quelli clinici) e creando una sorta di banca dati in cui poi hanno riportato tutto il decorso del trattamento. La validazione consiste nel somministrare il PRP a una grande fascia di pazienti diversamente affetti da alopecia androgenetica, alopecia areata o alopecia cicatriziale, osservare il decorso mediante l’utilizzo di fotografie e tricogrammi, utili per monitorare l’eventuale ispessimemto e ricrescita del capello nel tempo, e valutare, in base alla percentuale di capelli “ricresciuti” se il trattamento abbia funzionato o meno.

I risultati di questi studi sono stati sorprendenti: nell’ 80% dei circa 1500 casi trattati è stato evidenziato un aumento tangibile sia nello spessore che nel numero di capelli rispetto a prima del trattamento, senza alcuna differenza sostanziale tra uomini e donne e senza alcun effetto collaterale importante. Inoltre, ne deriva che il trattamento con gel piastrinico può generare buoni risultati nell’alopecia androgenetica dal 1° al 5° grado della scala Hamilton-Norwood negli uomini, e fino al 3° grado della scala di Ludwig nelle donne. Va detto, comunque, che nel trattamento con PRP i risultati sono migliori quanto più è basso il livello della calvizie.

Anche in Italia sono stati effettuati studi sperimentali sul plasma ricco di piastrine e sulla sua potenziale efficacia, il più importante dei quali si è svolto presso l’Università di Brescia in collaborazione con altri esperti internazionali del settore. In questo caso, ci si è voluti concentrare particolarmente sull’alopecia areata piuttosto che su quella androgenetica (AGA) ma il risultato non è cambiato: l’efficacia dimostrata si aggira intorno al 70% dei casi, a dimostrazione che anche quest’altro tipo di alopecia può essere “fermata” o almeno tamponata dal plasma ricco di piastrine (fonte: British Journal of Dermatology).

Needling (natural collagen induction)

Il needling (natural collagen induction) (o natural collagen induction o dermaroller therapy) è un trattamento di bio-rimodellamento meccanico per il ringiovanimento del viso, per cicatrici da acne e per smagliature, aging e fotoaging, e biostimolzione del cuoio capelluto nei casi di caduta di capelli.

Si chiama “needling (natural collagen induction)” (needle in inglese significa ago) la nuova tecnica di medicina estetica che promette grandi risultati costringendo le cellule produttrici di collagene a lavorare a un ritmo da teenager. Il needling (natural collagen induction) è una metodica di ringiovanimento dell’epidermide a metà strada tra una cura medica e una tecnica chirurgica superficiale. Il needling (natural collagen induction) è un trattamento medico estetico di bio-rimodellamento meccanico e biostimolazione effettuato con il dermaroller, una metodica che consente di accelerare la produzione autonoma di nuovo collagene ed elastina nel derma, tramite un processo infiammattorio indotto meccanicamente. Il trattamento è consigliato quale trattamento anti-aging, oppure per migliorare esiti cicatriziali (da acne, per esempio) o smagliature, oppure nei casi di calvizie in associazione a PRP e Carbossiterapia. migliorare le cicatrici da acne correggere le smagliature

Caduta dei capelli

correggere le alterazioni da crono-invecchiamento (invecchiamento naturale), intervenendo, in logica anti-aging, su pelle cadente e non tonica, lassità cutanee, raggrinzimenti, sia sul viso, che sul collo e sul decolleté e sul dorso delle mani migliorare i danni del foto-invecchiamento (invecchiamento indotto da esposizione al sole).

Indicato per entrambi i sessi. Il trattamento è ideale per chi desidera avere un risultato duraturo nel tempo, infatti dopo il ciclo iniziale sono sufficienti 1 seduta ogni anno, anno e mezzo per il mantenimento.

 La Carbossiterpia?

Un’altra terapia importante affiancata al PRP è la Carbossiterapia. Nel nostro organismo, l’anidride carbonica è prodotta dal metabolismo cellulare, viene immessa nel circolo sanguigno ed espulsa con la respirazione polmonare, dove viene scambiata con l’ossigeno, pertanto risulta atossica. Tra gli effetti più importanti dell’anidride carbonica (ad esempio maggiore ossigenazione e rivascolarizzazione dei tessuti, aumento del metabolismo e rigenerazione cutanea), quello che ci interessa di più in questo caso è sicuramente la stimolazione del rilascio dei fattori di crescita, i quali sono responsabili della stimolazione dei bulbi dei capelli atrofizzati nella caduta dei capelli e nella calvizie.

La Carbossiterapia prevede l’utilizzo di anidride carbonica medicata e sterile, e viene immessa nel nostro corpo mediante delle micro-iniezioni con aghi molto piccoli e sottili. E’ una procedura che solo un personale autorizzato può effettuare, in quanto sono molto importanti sia le dosi che la profondità a cui viene iniettata.

Un trattamento costituito da un ciclo di carbossiterapia, abbinato ad un ciclo di PRP (plasma ricco di piastrine) con l’aggiunta del needling, ad oggi è considerato il più potente mezzo non chirurgico contro la caduta dei capelli e la calvizie, contro le rughe e gli effetti del tempo sulla pelle.

La tecnica è efficace in tutti gli stadi della calvizie su base androgenetica, è comunque consigliabile non aspettare di avere un’area totalmente calva, ma trattare quando sono presenti diradamenti e miniaturizzazione dei fusti capillari.

La procedura PRP-Carbossiterapia-Needling  viene impiegata anche nei casi di alopecia areata a chiazze, una forma di calvizie dalle cause non chiare (si ipotizza un’origine psicogena oppure autoimmune), caratterizzata dalla caduta dei capelli a ciocche. Anche in questa forma, più precocemente si inizia la terapia e migliori sono i risultati. 

Ma in questa affezione il/la paziente si accorge del problema quando si manifesta la “chiazza” glabra, non avviene un diradamento progressivo come nell’androgenetica.

Si applica, infine, anche nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorire un più veloce e maggiore attecchimento dei bulbi impiantati, stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico, e favorire una più rapida guarigione della cute sottoposta a trapianto.

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