Arianna Milia – Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica

Arianna Milia | tel: +39 3917734474

Le gambe come le altre parti del corpo, se trascurate e sottovalutate, possono ammalarsi.

E’ importante mantenerle sane perché non solo ci permettono di camminare, correre, saltare, ma sono anche alla base del benessere generale del nostro organismo.

Le teleangectasie degli arti inferiori rappresentano uno degli inestetismi più comuni e diffusi, presentandosi a volte come sottili ed isolate striature localizzate a più livelli sulla superficie delle cosce o delle gambe, assai più spesso come una ragnatela di piccole venuzze, di colore bluastro o rossastro, ben visibili a occhio nudo sulla pelle.

Queste alterazioni venose rappresentano non soltanto un evidente problema estetico, ma a volte sono il segnale di una vera patologia che colpisce, in maniera diffusa, soprattutto le donne, per le quali questi inestetismi possono a volte trasformarsi in una causa di limitazione della stessa qualità di vita di relazione.

Inoltre, sebbene spesso queste dilatazioni capillari non provochino alcun genere di sintomo, molte volte sono alla base dell”insorgenza di alcuni disturbi, per lo più lievi, ma fastidiosi, quali sensazione di peso e stanchezza, tensione ed a volte dolore alle gambe, trasformandosi così in un vero problema per molte persone. L’elemento estetico non è quindi l”unica ragione, la cui importanza non deve peraltro essere trascurata o snobbata, per la quale un enorme numero di donne di ogni età decide di sottoporsi ad un trattamento per la loro eliminazione.

L’approccio terapeutico più efficace per ciascun singolo caso deve essere concordato con il proprio Specialista dopo una accurata visita ed una approfondita spiegazione da parte di quest”ultimo sulle metodiche che possono essere utilizzate, sulle loro indicazioni, risultati, effetti collaterali e complicazioni potenziali.Il trattamento più conosciuto ed ancora più attuato nel mondo, di provata efficacia se ben eseguito, è tuttora rappresentato dalla scleroterapia.

Vi è tuttavia un crescente interesse riguardante i trattamenti con tecnologia Laser. viene utilizzato un apparecchio che, mediante un manipolo posto in vicinanza della cute, emette energia termica sotto forma di uno spot luminoso puntiforme avente come bersaglio il “rosso” dell”emoglobina del sangue, determinandone la coagulazione mediante un processo denominato di “fototermolisi selettiva”.

Le indicazioni al suo uso sono piuttosto ristrette: possono essere trattate con discreta percentuale di successo solo le teleangectasie “rosse” molto sottili, non alimentate da vene reticolari, spesso insorte come conseguenza di una precedente scleroterapia (matting). Il trattamento è lievemente doloroso, e in alcuni casi può provocare la comparsa di puntiformi alterazioni della pigmentazione cutanea, in forma di macchioline biancastre o, a volte, brune.

Il numero delle sedute è variabile in relazione alla situazione individuale. In linea di massima, le sedute vanno ripetute a distanza di circa 30-40 giorni, evitando il periodo estivo. Generalmente il risultato finale si ottiene in circa 4-6 mesi, perciò è bene programmare il trattamento dopo le vacanze estive, in modo da avere più tempo per effettuarlo con calma .

Una volta coagulato il capillare avrà l’aspetto di una crosticina scura o un livido ma la lesione scomparirà prima dell’effettuazione della seduta successiva, fino ad arrivare alla scomparsa delle tanto antiestetiche teleangectasie.

Da un antico termine latino, “couperose” rimanda a “cupri rosa”: una lesione cutanea che interessa per lo più il volto, dove si apprezzano chiazze rossastre conseguenti alla dilatazione dei capillari sanguigni; questo arrossamento, intenso e generalizzato, è causato proprio dall’anomala dilatazione dei piccoli vasi ematici, che vanno a costituire un reticolo reso più o meno evidente dal ristagno di sangue.

La couperose è conosciuta più comunemente con il termine “copparosa”, per indicare un inestetismo cutaneo che si riscontra a livello delle guance, tra gli zigomi e le ali del naso, assumendo un particolare aspetto ad ali di farfalla.

Dal punto di vista diagnostico, la couperose viene riconosciuta come una lesione cutanea che si presenta con microteleangectasie diffuse, legate all’eccessiva porosità e fragilità dei capillari, che non solo perdono elasticità, ma subiscono una dilatazione tale da dipingere il volto con macchie e venature rossastre decisamente anti-estetiche.

La couperose non è riconosciuta tanto come un problema patologico, piuttosto come un disturbo cosmetico che affligge prevalentemente il gentil sesso; anche i maschi, comunque, riscontrano lo stesso problema, con un’incidenza pari al 20%.

In taluni casi, però, la couperose non dev’essere sottovalutata, per il fatto che può celare una manifestazione dermatologica più grave, nota con il termine rosacea (o acne rosacea), disturbo cronico che colpisce la cute, in particolare guance, fronte e naso, provocando papule, pustole e teleangectasie (dilatazione dei piccoli vasi sanguigni con lesioni vascolari), in seguito all’infiammazione dei follicoli piliferi.

La couperose-rosacea è provocata da un insieme di fattori:

Fragilità dei vasi costituzionale oppure acquisita

Fattori di tipo emozionale, ormonale, allergico

Temperatura

Radiazioni solari

Ma non dimentichiamo che i fattori neuro-vegetativi, endocrini e ambientali svolgono un’indubbia influenza nella comparsa della coupersose.

Un’anormalità neurovegetativa infatti, causata da una digestione difficile, l’ingestione di alcolici e la stipsi ostinata sono tutte cause di infiammazione, di liberazione di istamina e con il tempo sono situazioni che favoriscono la manifestazione di couperose. Può essere eliminata con successo utilizzando il laser Kpt, il Dye laser, oppure la Luce pulsata (IPL).Il trattamento può richiedere dalle due alle tre sedute a seconda dell’estensione.

Gli angiomi sono lesioni vascolari benigne, a superficie piana o rilevata, di varia tonalità di colore, dal rosa pallido a lrosso bluastro. Si presentano con aspetti clinici diversi: angioma piano, angioma tuberoso, angioma cavernoso, angioma stellato o spider nevi, angioma rubino. L‘angioma rubino, in particolare, è una delle tipologie di angioma cutaneo più diffuse. Ha il caratteristico colore rosso rubino per la presenza di sangue che circola nei capillari da cui è costituito, una forma puntiforme o lenticolare di pochi millimetri ed è costituito da una cupola liscia rialzata rispetto alla cute, con bordi ben definiti, è presente sul corpo in maniera del tutto irregolare, soprattutto su torace, schiena, braccia e cosce; è isolato oppure in forma diffusa, insorge generalmente a partire dai 40 anni per cui è detto angioma senile, si evolve in maniera lentissima ma progressiva e la sua comparsa, specie se in forma diffusa, è rapida e può susseguire a condizioni di disordine ormonale (es. gravidanza) o a malattie del fegato e tumori dell’ipofisi che determinano un aumento dell’ormone prodotto dalla ghiandola, ossia la prolattina. L’angioma rubino colpisce indifferentemente uomini e donne e la carnagione chiara è un fattore di rischio. Le cause della comparsa sono sconosciute ma si ipotizza che siano legate al foto- invecchiamento, ossia all’invecchiamento della pelle dovuto all’esposizione prolungata alla luce solare, e a variazioni ormonali, per esempio durante la gravidanza. Infine, esiste, senza ombra di dubbio, una predisposizione genetica, pertanto, se in famiglia si hanno genitori o zii che hanno una discreta quantità di “nei rossi”, è probabile che con l’età si sarà soggetti alla loro comparsa. Essendo un agglomerato di vasi sanguigni, gli angiomi tendono spesso a sanguinare se si trovano in posizioni dove sono continuamente esposti a traumi o sfregamenti (ad esempio all’altezza della cintura o sotto l’elastico del reggiseno). Il possibile sanguinamento è la principale ragione che spinge a farli asportare. Tali rilievi benigni, chiamati comunemente “nei rossi”, sono per lo più un fastidio estetico. Tendendo ad evolversi molto lentamente, se si trovano in un distretto corporeo poco esposto alla vista e al rischio di strofinamento, basta semplicemente tenerli sotto controllo. In alcuni casi, però, determinando problemi estetici o fisici, vanno rimossi.

Tra i metodi di rimozione più utilizzati, troviamo la diatermocoagulazione a radiodrequenza, che utilizza onde radio le quali, interagendo con la cute, fanno oscillare rapidamente le molecole d’acqua in essa contenute, generando calore che cauterizza l’angioma. L’operazione è rapida e indolore. Il trattamento più indicato è la laserterapia, una tecnica molto utilizzata in medicina estetica perché consente di superare il problema delle cicatrici. Grazie al raggio laser, che emette onde luminose ad elevata energia in grado di vaporizzare istantaneamente l’angioma, il medico estetico provvede al prosciugamento dell’angioma senza danneggiare gli strati superficiali della pelle. 

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